ASMA BRONCHIALE E BPCO: NUOVE SFIDE PER LA MEDICINA GENERALE
Verona, 7-8 giugno 2024
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ASMA BRONCHIALE E BPCO: NUOVE SFIDE PER LA MEDICINA GENERALE
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L’asma bronchiale e la BroncoPneumopatia Cronico Ostruttiva (BPCO) sono due malattie croniche con una consistente epidemiologia ed elevato impat- to farmaco-economico e sociale. Le più recenti stime evidenziano, infatti, che circa il 7% della popolazione è affetta da asma bronchiale e oltre il 10% presenta un elevato rischio di sviluppare la BPCO. I costi sanitari sono molto rilevanti, in particolare per quanto riguarda le riacutizzazioni, gli accessi al pronto Soccorso e le Ospedalizzazioni.
Negli ultimi anni sono stati proposti dei documenti di indirizzo internazionali (GINA per l’asma e GOLD per la BPCO) allo scopo di migliorare la gestione di queste due malattie. Gli obiettivi fondamentali sono sostanzialmente la dia- gnosi nelle fasi precoci delle malattie cronico-ostruttive ed il miglioramento dell’aderenza al trattamento farmacologico, che non è assolutamente otti- male. La diagnosi precoce è fondamentale, visto che si possono ottenere evidenti risultati su qualità di vita, sintomi, riacutizzazioni e declino di funzio- ne respiratoria nelle fasi iniziali della malattia. Il trattamento farmacologico, inoltre, ha dimostrato di impattare positivamente sulle malattie, ma l’aderen- za deve essere migliorata, anche dal punto di vista della tecnica inalatoria. Nell’asma bronchiale il ritardo diagnostico è notevolmente migliorato, per- mane un problema di aderenza, in particolare nei confronti degli steroidi ina- latori, farmaci fondamentali per controllare l’infiammazione bronchiale. Recentemente AIFA ha introdotto, per quanto riguarda la BPCO, la nota 99, che stabilisce alcuni principi fondamentali: tutti i Pazienti devono aver ese- guito una spirometria per iniziare o proseguire un trattamento farmacologico; i Medici di Medicina Generale possono eseguire una spirometria “semplice” nel loro ambulatorio, con questo test possono prescrivere un trattamento farmacologico; viene indicato, sulla base del valore spirometrico, il setting di cura dei Pazienti. Nei reparti ospedalieri dovrebbero essere inviati i più gravi, coloro che presentano un FEV1 < 50% del teorico, anche perché la triplice terapia mantiene il piano terapeutico rilasciato dallo specialista. I Medici di Generale possono gestire coloro che hanno un deficit funzionale di grado moderato-lieve, sia il follow-up che la terapia, visto che i monocomponen- ti (beta2-stimolanti-LABA e anticolinergici-LAMA) e tutte le duplici terapia (LABA/LAMA o LABA/steroidi inalatori-ICS) non hanno bisogno del piano terapeutico. Solo la triplice terapia in un unico inalatore prevede attualmente il piano terapeutico da parte dello specialista pneumologo.
Viste queste considerazioni, risulta fondamentale costruire una rete efficace tra Ospedale e territorio, che assicuri una pronta disponibilità ad una diagno- si funzionale e clinica e una successiva stratificazione, per l’individuazione del giusto setting di cura e monitoraggio.